La nebbia stendeva ancora la sua ala sulla città sommersa, dove i lampioni luccicavano come rubini, e, avvolta in quella coltre di nubi basse, la processione della vita cittadina continuava a scorrere per le grandi arterie con un suono come di vento possente. (Robert Louis Stevenson)
Questo blog è espressione del pensiero della schola kremmerziana napoletana fondata a Napoli nel 1981 da un gruppo di studiosi di ermetismo e autorizzata a operare da Lehahiah delegato generale della Fr+ Tm+ di Myriam. Tuttavia poichè vivere è anche ricerca di conoscenza riteniamo che mentre la parola rilasciata vivifica lo spirito, la lettera lo uccide. Ispirandoci al pensiero kremmerziano affermiamo che quanto più la mente acquisisce conoscenza tanto più evolve verso Dio.
sabato 25 giugno 2011
venerdì 24 giugno 2011
NÉ TEMPO NÉ SPAZIO
Il Tempo
Che il tempo in sè come concettualità non esistesse è fatto ormai ritenuto da molti: per alcuni è solo una dimensione mentale caratterizzata soprattutto da una successione di accadimenti inseriti in un contesto spaziale o reale. Ma se poi anche lo spazio diventa non reale, essendo anch’esso una dimensione mentale, si dovrà ammettere che sia lo spazio che il tempo sono dei modi di essere del nostro io che possono essere pensati e immaginati.
Che il tempo fosse una dimensione, una categoria della nostra mente è dimostrabile facilmente con un semplice ragionamento. Partiamo dal considerare il passato, esso non può necessariamente esistere più essendo ormai passato e semmai identificato come un ricordo nella memoria o come un arido elenco di accadimenti, descritti più o meno completamente e riposti in una biblioteca o un supporto mediatico; di tali accadimenti l’essenza non potrà mai più essere compresa appieno. Il passato inoltre potrà essere messo in dubbio anche come accadimento non accaduto e trasformato in mito.
Allo stesso modo il futuro non esiste in quanto non è ancora avvenuto e la sua esistenza semmai può esistere nella immaginazione individuale come semplice elencazione e successione di accadimenti che potranno, ma non necessariamente, accadere.
Quindi sia nel primo che nel secondo caso è legittimo il dubbio se quegli accadimenti del passato siano per davvero accaduti e se quegli accadimenti immaginati per il futuro accadranno per davvero.
In effetti nel sogno sia il tempo passato che il tempo futuro sono rappresentati come in un lampo immaginativo che non ha alcun aggancio con la realtà se non quando ci si risveglia e si comprende che è stato tutto un sogno e non realtà.
Ma allora quando il tempo può entrare a far parte della realtà? Una risposta potrebbe essere verosimilmente la seguente: nel momento attuale, nell’attimo cioè della vita di ogni essere che lega il fare adesso con il passato (già fatto) e con il futuro (si farà). Ma purtroppo anche l’attimo del fare, l’attimo presente, il momento attuale non può esistere se non nella teoria immaginativa in quanto esso nel momento stesso che viene compiuto fa parte ormai del passato e pertanto non esiste più, nelmomento che sta per essere compiuto fa parte anche del futuro che però anch’esso non esiste perchè ancora non è avvenuto. L’attimo presente è quel punto immaginario, non reale, che unisce il passato e il futuro.
Il tempo dunque ha una dimensione solo immaginativa, cioè può solo esistere nella realtà immaginativa del pensiero, legata per giunta ad ogni singolo individuo e, come tale, non potrà mai essere uguale ad un’altra essendo ogni individuo uguale solo a se stesso, tra i miliardi di miliardi di individui che sono esistiti, esistono ed esisteranno.
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